Le Associazioni del comparto vigilanza privata e sicurezza, con Federsicurezza/UNIV in testa, hanno scritto al Ministero dell’Interno, a Banca d’Italia e a UIF (Unità di Informazione Finanziaria) ponendo l'accento su un fenomeno oltremodo dannoso per chi si occupa di trasporto valori: la concorrenza sleale da parte di operatori privi delle necessarie qualifiche e garanzie, come corrieri o società estere prive di licenza CIT.
Gli Istituti di Vigilanza Privata, dotati di licenza ex art. 134 del TULPS, devono sobbarcarsi gli oneri connessi alla normativa di riferimento, alla sicurezza del trasportato e all'antiriciclaggio. Norme severissime, volte però a garantire che il trasporto avvenga in piena sicurezza, a tutela di chi lavora, della committenza e della collettività tutta. Gli operatori esteri privi di licenza CIT o esposti a normative meno stringenti, o peggio i corrieri espresso che trasportano beni di valore, non sono invece gravati da tali oneri - né dalle responsabilità da essi derivanti.
“In un periodo di per sé drammatico per chi si occupa di trasporto valori e contazione del denaro, che ha subito con il Covid la più aspra guerra al contante mai vista, con perdite di fatturato superiori al 30% e con il fondato timore che il mercato non tornerà mai più com'era, l'abusivismo non può essere tollerato. Chiediamo un intervento immediato e deciso dell'autorità tutoria per mettere la parola fine a questa concorrenza sleale - non solo per il comparto, ma anche per le committenze e per la sicurezza del sistema paese”- dichiara Anna Maria Domenici, Segretario Generale di UNIV – Unione Nazionale Imprese di Vigilanza Privata.