Ogni 6 Dicembre l’Istituto GGS commemora le vittime della “Strage della Grottella” (06.12.1999), dove tre giovani gpg caddero nell’adempimento del proprio dovere. Due furgoni blindati Velialpol, con a bordo 6 guardie giurate, stavano percorrendo la provinciale che da Copertino conduce a San Donato di Lecce, quando un camion ne spinse uno contro il guard-rail, aprendo il fuoco con kalashnikov ed esplosivi. Velialpol, unitamente all’Amministrazione Comunale di Veglie, ha dedicato ai tre martiri un monumento (in foto). UNIV e Federsicurezza si uniscono alle famiglie nel ricordo di Luigi Pulli, Rodolfo Patera e Raffaele Arnesano, e riprendono, per gentile concessione, l'intervista resa a www.vigilanzaprivataonline.com all'Associato da Giovanni Palma, Dirigente d’azienda di GGS vigilanza “La Velialpol”.
Che significa fare l'imprenditore della sicurezza in questo momento?
Significa navigare a vista in una giungla di decreti e normative sempre più spesso disattese o inapplicate. Il percorso di certificazione del DM 269/2010, ancora ben lontano dal completarsi, ha sinora prodotto una concorrenza dove la qualità (con i costi annessi) è ancora a macchia di leopardo, a tutto vantaggio di chi non si è adeguato alle norme. In questo scenario si inseriscono pure i network nazionali che, una volta acquisito il cliente, se non sono presenti con proprie strutture operative, offrono i servizi a “corrispondenti” del posto che operano a canoni ridicoli. Così come i collegamenti degli impianti di allarme, che sono centralizzati presso le proprie strutture, per poi girare le richieste di intervento agli Istituti “corrispondenti” sul territorio, che pur di acquisire un cliente lavorano anche in perdita.
Ci fa qualche esempio?
Prendiamo i campi fotovoltaici: nella maggioranza dei casi i collegamenti degli impianti di allarme e/o di videosorveglianza installati sono collegati con centrali operative di Istituti privi di licenza sul territorio, ma che incaricano i “corrispondenti Istituti del luogo” ad intervenire nei casi di allarme (senza considerare, peraltro, le lungaggini legate alle richieste di intervento), senza però che l’Istituto di Vigilanza chiamato ad intervenire possa verificare la funzionalità dei collegamenti tramite i ponti radio, che non sono collegati con la propria centrale operativa. Dov'è la sicurezza?
Altro capitolo dolente riguarda le gare di appalto...
Talvolta si ha la sensazione che le gare, prima di essere pubblicate, facciano capolino in qualche sartoria per abiti su misura... E’ il caso dei bandi a carattere nazionale divisi in più lotti che esigono come requisito di ammissione la partecipazione a tutti i lotti oggetto di gara. Il problema si pone ovviamente per gli Istituti che non presentano grandi dimensioni o che non riescono ad inserirsi in qualche RTI. E’ così che si garantisce la libera concorrenza? ANAC che dice?
Passiamo ad un altro tema caldo: il confine normativo tra portierati e vigilanza privata viene sempre più spesso scavalcato, anche da alte autorità giudiziarie come il Consiglio di Stato...
L'ultima, scandalosa, sentenza del Consiglio di Stato ammette che anche i servizi notturni possano essere affidati alle società di portierato, come se fare portierato di notte desse le stesse sicurezze (per lo stesso operatore!) di un portierato effettuato in pieno giorno. E anche sul tema dei siti sensibili, seppur chiaramente elencati dalla norma, siamo ormai allo sbando: pensi che nella sede ENEL di Lecce la security è affidata a società di portierato, alla faccia della sicurezza nazionale. Forse sarebbe opportuno ricordare, non solo ai giudici ma anche alla committenza, che le guardie giurate vengono per legge formate e costantemente aggiornate su terrorismo, bio-terrorismo, primo soccorso sanitario, antincendio, normative di settore, uso e maneggio armi, esercizio al tiro. E tutto questo presenta dei costi che le società di portierato non hanno, non avendo formazione obbligatoria ed applicando spesso un CCNL multiservizi per svolgere funzioni che sarebbero proprie della vigilanza.
Parliamo allora di contratto di lavoro: cosa pensa dell'inserimento dei servizi fiduciari nel CCNL della vigilanza privata?
E' stato un errore madornale, che ha alimentato la confusione che già regna sovrana tra servizi di vigilanza privata e portierato. Si è cercato di porre un freno al dilagare di contratti concorrenti più favorevoli per la committenza, ma in questo modo si è solo consentito alla stesse committenza (e alle imprese senza scrupoli) di giocare più agevolmente sull'equivoco. Un totale autogoal.
In passato si è parlato (senza successo) di ipotizzare una licenza “mini”, cioè meno invasiva di quella ex art 134 TULPS, per controllare le realtà che offrono servizi fiduciari...
Sono assolutamente contrario: servirebbe solo un ulteriore assist a chi vuole confondere le acque tra vigilanza privata e servizi fiduciari. Il punto è che le leggi ci sono già, la casistica è chiara, il regolamento di esecuzione non lascia spazio all'equivoco o al dubbio: basterebbe solo applicare le norme, fare i controlli ed elevare le sanzioni previste. Perché non si fa? Sia beninteso: ho il massimo rispetto per chi svolge il lavoro di operatore fiduciario, spesso peraltro sottopagato, e senza adeguate protezioni né formazione. Mi scaldo al pensiero di un mercato dove tutto va a rovescio, nell'assoluto lassismo dell'istituzione che dovrebbe sovrintendere al settore. Del resto siamo il primo comparto che si fa dumping da solo, visto che molte agenzie di portierato nascono dai portafogli dei principali operatori della vigilanza...