Conferenza stampa di apertura del ventiduesimo Forum Confcommercio: “eccezionale e inattesa la capacità di reazione della nostra economia”, ma non si deve “sprecare l’occasione di fare le riforme che da troppo tempo l’Italia chiede e merita”.
L’inflazione, “ancora elevata”, che “riduce il potere d’acquisto dei redditi e il valore reale dei risparmi”, con la relativa questione energetica, che “ha messo a dura prova il nostro sistema economico e sociale, creando danni a famiglie e imprese” e che costringerà le imprese del terziario di mercato a una spesa energetica complessiva di circa 38 miliardi nel 2023, molto al di sopra dei 13 miliardi del 2021. È partito da qui il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento alla conferenza stampa che ha aperto la due giorni di Confcommercio a Villa Miani per il ventiduesimo Forum, dipingendo poi la situazione ancora fragile dell’economia del Paese, nonostante abbia mostrato, nel biennio 2021-2022, “una capacità di reazione eccezionale e inattesa, con una crescita superiore anche a quella dei nostri principali partner internazionali”.
Restano, però, i problemi strutturali del Paese, a cominciare dalla debolezza dei consumi, nel 2022 “sotto di quasi venti miliardi di euro rispetto al 2019”. Per questo il presidente di Confcommercio ha invitato a “lavorare per costruire una nuova e più forte fase di sviluppo per evitare di ripiombare nell’incubo degli ‘zero virgola’”. Cominciando con l’evitare “a tutti i costi di sprecare l’occasione di fare le riforme che da troppo tempo l’Italia chiede e merita”. “Al Governo abbiamo chiesto buone regole, buoni investimenti, buone politiche a sostegno del terziario di mercato, per il commercio, per i servizi, per il turismo, per i trasporti e per il lavoro autonomo”, ha proseguito il presidente di Confcommercio. Terziario di mercato che, non a caso, “rappresenta il settore che può dare il maggiore impulso alla nuova occupazione, soprattutto femminile, e irrobustire la crescita del nostro Paese”, ma che è scosso da “una vera e propria emergenza rappresentata dalla carenza di personale”.
Come se ne esce? Per Sangalli “servono, prima di tutto, più crescita e più produttività” e, naturalmente, “la costruzione di un compiuto sistema di politiche attive, utile per favorire l’incontro tra domanda e offerta”. In questo senso, la riforma delle politiche per il lavoro delineata dal PNRR “sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva”.
Un’altra fondamentale riforma da attuare è quella fiscale: se la legge delega di riforma del fisco “va nella giusta direzione, almeno rispetto all’impianto generale e agli obiettivi”, ma “ci sono alcuni aspetti che vanno valutati attentamente”, a partire dalla definizione di “un chiaro sistema di detrazioni e deduzioni per conciliare principio di progressività e transizione verso l’aliquota impositiva unica”. E, in ogni caso, serve “un confronto continuo e strutturato con le parti sociali”.
Il Pnrr, infine: “bisogna fare presto e bene perché è un’opportunità irripetibile per rendere l’Italia più moderna, efficiente, inclusiva, aperta all’innovazione e al merito”. E la sua necessaria rivisitazione è anche “l’occasione per mettere in campo interventi per rilanciare il settore del turismo e, in generale, il terziario di mercato”. “Occorre fare di tutto – ha concluso Sangalli - per ridurre i ritardi politici, amministrativi ed operativi e realizzare gli interventi strategici e capaci di produrre effetti positivi durevoli, in particolare nel Mezzogiorno, per costruire una crescita più robusta e duratura”.