13 marzo 2017


 Caso KSM, l’ad Luciano Basile denuncia: appalti pubblici al massimo ribasso, non ci consentono di tutelare i lavoratori 

Gabriele, FederSicurezza: situazione paradossale, stazioni appaltanti rinnegano il valore dei nostri servizi

Con riferimento alla recente vicenda del licenziamento di 405 dipendenti, comunicato dalla Uiltucs Sicilia e Fisascat Cisl Sicilia, la società KSM Spa ha diffuso una nota con la quale ha precisato quanto segue: “l’azienda, una delle più importanti realtà a livello regionale e facente parte di un gruppo leader a livello nazionale nel settore della Sicurezza, con oltre 7.000 collaboratori, dichiara la sua intenzione di non proseguire i servizi che non garantiscano margini idonei a mantenere e tutelare i diritti di tutti i lavoratori della società. Come conseguenza di questa incresciosa situazione, l’azienda ha aperto un tavolo di collaborazione con tutte le organizzazioni sindacali, al fine di limitare, per quanto possibile, i disagi e i sacrifici per i propri collaboratori derivanti dalla mobilità, e ripristinare le normali condizioni di mercato e di legalità, in un settore che in questi anni ha sofferto di una deregulation e di una guerra dei prezzi insostenibile. La procedura di mobilità scelta è quella che al momento garantisce la maggiore tutela ai lavoratori”.

“Per fare qualche esempio - spiega Luciano Basile, Amministratore Delegato di KSM Spa -, nel caso recente dell’Aeroporto di Catania l’offerta più bassa si è aggiudicata intorno ai 13 euro l’ora, e lo stesso è accaduto per il Tribunale di Siracusa. Si pensi che le tabelle del costo orario del Ministero del Lavoro per il settore della sicurezza specificano che la tariffa è di 19,55 euro l’ora. Dopo l’abolizione delle tariffe minime di legalità e la sostanziale liberalizzazione del mercato si è assistito ad una deregulation e a una spasmodica ricerca del minor costo da parte di committenze private e pubbliche, con livelli di aggiudicazione dei servizi a valori ben inferiori anche rispetto a quelli minimi del costo del lavoro fissati dai contratti vigenti. Il perdurare di questa situazione - continua Basile - porta a dovere operare una doppia scelta: da un lato quella, dolorosa, di porre le condizioni per potere continuare ad assicurare i livelli occupazionali e la qualità del servizio che aziende serie devono e vogliono garantire, rinunciando di conseguenza a quei servizi che non assicurino quantomeno il minimo di margine per rispettare i diritti dei collaboratori; dall’altro, di esprimere il proprio fermo impegno, al fianco di Istituzioni, Sindacati, Organi di vigilanza e Controllo, per combattere questo dilagante malcostume che sta generando un mercato senza regole certe, a totale discapito dei lavoratori”.

Per Luigi Gabriele, Presidente di Univ-FederSicurezza, “la situazione determinatasi a Palermo, insieme con la decisone che KSM è stata costretta a prendere, davvero suo malgrado, non fa altro che confermare il degrado nel quale sono costretti ad operare gli Istituti di Vigilanza privata, scorta e trasporto valori. Paradossalmente - spiega Gabriele - gli stessi Istituti che da un lato spontaneamente richiedono controlli maggiori, una più aderente legislazione e più adeguate norme regolamentari, dall’altro, ottemperando alle conseguenti nuove e pressanti regole, si caricano forzatamente di maggiori oneri che, pur se parzialmente recepiti dal DM che fissa il costo orario del servizio, vengono sistematicamente rifiutati da un mercato che in sede di appalto di commesse viola sistematicamente i parametri individuati, anche in presenza di stazione appaltante pubblica…Quanto poi all’intervento “a monte” dell’ANAC - prosegue Gabriele -, sia pur lodevole in via di principio, lo stesso, “a valle”, risulta spesso monco e di non concreta attuazione nelle singole fattispecie, tralasciando, in questa sede, di sottolineare come i Tribunali amministrativi, e a volte anche il Consiglio di Stato, continuino, sul tema, a deliberare “virtualmente”, astraendosi dal contesto. Sarebbe forse il  caso di auspicare, pur se in dispregio alla norma, che gli operatori ipotizzassero una “serrata di protesta”…E dire che da ogni parte - conclude Gabriele - viene riaffermato, quotidianamente, che la Vigilanza privata, rectius, la “filiera” della sicurezza privata, rappresenta la quarta gamba del tavolo della sicurezza nazionale…Ne dovremo, nell’immediato, riparlare ai massimi livelli”.