Esenzione fiscale estesa ai contratti integrativi
Nel disegno di legge di Stabilità, quasi al traguardo finale, c’è un pacchetto di misure che punta a riordinare la disciplina frammentata del welfare aziendale a favore dei dipendenti. Se confermate, le disposizioni ora in terza lettura al Senato, porterebbero l’Italia nell’olimpo dei Paesi europei “virtuosi” nella disciplina dei piani di welfare privato.
Il pacchetto “welfare”, in particolare, prevede l’esenzione fiscale completa non solo per le prestazioni “riconosciute dal datore volontariamente”, ma anche per quelle rese “in conformità di contratti, accordi o regolamenti aziendali”: un’importante novità rispetto al sistema attuale, che rafforza il ruolo della contrattazione integrativa.
L’esclusione dal reddito ai fini Irpef, già prevista per determinati beni e servizi dal Testo unico delle imposte sui redditi, scatterà così anche per quelle misure concesse per scopi specifici di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria concessi in forza di accordi di secondo livello (contratti, accordi o regolamenti aziendali) a tutti i dipendenti, o a specifiche categorie, nonché ai familiari degli stessi. Un’estensione che, secondo le stime del Governo, potrebbe riguardare, sulla base di dati Cisl, circa 620mila lavoratori.
Tutti questi benefit potranno essere erogati da parte del datore di lavoro attraverso documenti di legittimazione – voucher – cartacei o elettronici, sui quali sarà indicato un valore nominale.
I servizi di welfare aziendale potranno essere chiesti dai dipendenti anche in alternativa, in tutto o in parte, al premio di produttività previsto dai contratti di II livello – senza subire, in questo caso, neanche la tassazione agevolata al 10% –.
A.G.