Continuiamo il nostro viaggio nelle interlocuzioni con il mondo della politica. L'On. Emanuele Prisco, deputato di Fratelli d'Italia e membro della I Commissione (Affari costituzionali, della presidenza del consiglio e interni), presenta la sua visione della vigilanza privata.
Intervista all'On. Emanuele Prisco, FdI
Fratelli d’Italia è sempre stata molto attiva, anche con una proposta di legge, sullo spinoso tema dell’impiego delle guardie giurate all’estero, che aprirebbe rilevanti aree di business ad oggi precluse dalla normativa italiana. Basti pensare che per la protezione non solo delle imprese italiane all’estero, ma addirittura dei compound militari all’estero, le imprese italiane devono di necessità rivolgersi a security contractor stranieri. Quali iniziative intendete portare avanti su questo fronte?
Il tema è molto complesso ma di grande rilevanza nazionale. Molte grandi imprese italiane, soprattutto quelle che operano in settori strategici per l'interesse nazionale all'estero, penso all'energia per esempio, si trovano costrette a rivolgersi a contractor stranieri. Questi a loro volta sono soggetti anche al controllo dei rispettivi governi e - per il lavoro che svolgono - entrano in contatto con preziosissimi know how nazionali che credo l'Italia debba tutelare e difendere. Perché non farlo con aziende italiane che, per colpa di questa mancata scelta, perdono anche importanti quote di mercato internazionale che porterebbero in Italia in termini di fatturati e posti di lavoro? Su questo è giacente in Commissione affari costituzionali una nostra proposta di legge. Mi auguro che con la nuova maggioranza la si voglia prendere in considerazione.
Avete chiesto per un anno al precedente Governo di convocare il tavolo per il rinnovo del contratto della Vigilanza privata, scaduto nel lontano 2015: quali iniziative intendete portare avanti in tal senso nell'attività di opposizione al Governo Draghi?
Obiettivamente l'aggiornamento del contratto consente di rivalutare sia le istanze dei lavoratori che delle aziende del settore. Il tutto a vantaggio della qualità di un servizio sempre più richiesto da cittadini ed imprese e le cui esigenze cambiano con la velocità con cui in questo periodo cambia la società nella quale viviamo.
Daniele Zampaglione, responsabile dip. sicurezza provincia di Roma di FdI, chiede che i lavoratori del comparto di vigilanza privata vengano "equiparati alle forze dell'ordine, cominciando ad integrarli nel programma vaccinale previsto, con l'impegno di rivedere, nel prossimo futuro, contratti e diritti. Rendendoli in questo modo come gli operatori di polizia, con i quali condividono rischi ed oneri ma non parità di trattamento ". Condivide questo pensiero? E' la linea di FdI?
Fratelli d'Italia ha sempre avuto a cuore questo comparto e il tema della sicurezza integrata. Sicuramente gli operatori della sicurezza privata sono molto esposti ai rischi di contagio, lavorando a contatto con molte persone. Non sta ovviamente a noi indicare le priorità che spettano agli organi tecnici sanitari. Piuttosto possiamo rappresentare delle situazioni da valutare a cui magari non si è ancora prestata attenzione, al netto dei servizi pubblici essenziali.